Partire è un po’morire. Alle signorine compromesse in amori impossibili si consigliava sempre di partire per un lungo viaggio per dimenticare, godendo di nuovi paesaggi naturali ed umani, anche un po’ se stesse. Oggi per raggiungere lo stesso risultato bisognerebbe privarsi di cellulari e computer, perchè la tentazione di digitare un certo numero, o di sbirciare in speranzosa attesa lo schermo del telefonino, renderebbe vana ogni distanza.
Liberarsi di qualcuno viaggiando è, comunque, meno impossibile che liberarsi di se stessi. Un antico proverbio cinese recitava l’inutilità di cambiare lo scenario dato che il cielo sopra la propria testa rimaneva sempre lo stesso. La verità è che le sospirate e super programmate vacanze, spesso, sono fonte di stress e problemi, più che soluzione degli stessi.
Agosto è un mese felice solo per i bambini in età scolare. Qualsiasi adulto che abbia intrapreso una vita sociale, o che abbia ereditato o creato una rete familiare, deve fare i conti con questo lungo, caldo, lento periodo difficile.
L’improvvisa interruzione di una routine che, in qualche modo, ci contiene, mette in luce le crepe dei rapporti familiari consolidati, mette alla prova convivenza forzata le relazioni amorose appena nate, mette in crisi i genitori separati sempre in lotta con il calendario. Quando finalmente si riesce a partire i nodi vengono al pettine: scoppiano litigi su argomenti banali che nascondono insofferenze accumulate nel corso di un anno, o forse di una vita; emergono differenze di abitudini che incontri saltuari in week end di passione avevano celato; la sospirata vacanza da genitore separato con i propri cuccioli diventa un tour de force ingestibile, aggravato da difficili equilibrismi tra nuove compagne/i e famiglie allargate. Chi durante l’anno riusciva a giustificare la mancanza di desiderio sessuale con stress da superlavoro deve fare i conti con le richieste o, al contrario, con l’indifferenza del partner abituale. La distanza siderale in cui certe coppie conducono la propria esistenza si trasforma in una bomba ad orologeria pronta ad esplodere a settembre, mese in cui si registra un picco delle domande di separazione.
Le vacanze separate potrebbero, talvolta, evitare di tornare separati dalle vacanze. Se viaggiare da soli significa poter seguire le proprie passioni, quando il partner non le condivide, avendo il piacere di raccontarsi ciò che si è vissuto al ritorno, se è una scelta condivisa da entrambi, può diventare un motivo di ritrovata freschezza nel rapporto. Diverso il viaggio per sfuggire dal partner, magari alla ricerca di nuove emozioni, oppure subire la decisione dell’altro e cadere in depressione o vendicarsi dell’abbandono temporaneo con un tradimento.
Rimane il fatto che avere il piacere di fare un viaggio con la persona che amiamo ci da indicazioni importanti sulla solidità del nostro sentimento.
L’estate è la stagione del desiderio. Libertà, giovinezza, possibilità, avventura, esplorazione. Porta con sè grandi aspettative, cocenti delusioni, voglia di cambiamento, profonde insoddisfazioni.
L’amore si nutre di novità, di mistero, di pericolo, si idealizzano le persone, ci si infatua per un incantesimo della fantasia, e tutto questo d’estate è amplificato perchè usciamo dai luoghi abituali, abbiamo il tempo di sognare, di fuggire la routine. E il desiderio non sa cosa vuole ma rifiuta ogni gesto della ripetizione, irrompe nella stabilità dell’ordine, si insinua nelle vite, crea parentesi segrete nelle biografie. Non vuole continuità ma si manifesta in eventi, in frammenti e trova, quindi, nel tempo breve della vacanza, la sua massima espressione. Così la fantasia si scatena sull’estranea/o misterioso, un volto visto per pochi attimi diventa il catalizzatore di sogni inesprimibili proprio perchè sconosciuto. Tutto questo risveglia l’eros nei rapporti un po’assopiti ma ancora vivi, laddove invece tutto tace nella reciproca indifferenza, dà vita a sentieri solitari che portano alla dissoluzione della coppia.
Salvo rare eccezioni nessuno è disposto a giocare tutto se stesso nel fascino ignoto dell’avventura estiva. Il richiamo di Itaca è sempre molto forte, tutti vogliamo un luogo da cui partire ma anche dove ritornare.
E’ vero però che la rinascita del desiderio può innescare il risveglio del bisogno di sentirsi vivi e amati, bisogno che troverà la sua espressione magari nei mesi invernali, quando tutto ciò che appariva familiare griderà la sua estraneità.
L’estate è una stagione pericolosa per le relazioni di coppia, possiamo cercare di restituirle il valore sacro di pausa dal lavoro, ma dobbiamo evitare di concentrare tutte le nostre aspettative sul mese di agosto, cercando di dedicarci ai nostri affetti, alla nostra coppia, a noi stessi durante tutto l’anno. Rimandare il riposo, la cura di sè, il sesso, i chiarimenti, l’attenzione e l’ascolto a quando saremo in vacanza ci fa perdere il senso profondo della nostra esistenza che è sempre un susseguirsi di qui ed ora.
Mi chiamo Alessandra Pennetta, sono un’insegnante di Storia e Filosofia, divorziata, fidanzata. Ho due figli di 17 e 21 anni, una madre ottantenne, un bassotto pelo ruvido. L’idea di fare un blog nasce dal piacere di comunicare, di dare e ricevere consigli, di stare al mondo con una postura nuova, affrontando gli eventi in modo attivo, tonico, personale.