Quando due si lasciano? È colpa di tutti e tre

SEGNALI DI CONFUSIONE AMOROSA

Il tradimento semplicemente accade. E può accadere a tutti. Certo ci sono traditori seriali e traditori occasionali, ci sono persone inquiete, più inclini alla ricerca di nuove emozioni ed altre più tranquille, ma nessuno è immune dal tradimento. Si può tradire per gioco, per noia, per esercitare la seduzione, perché si è corteggiati, per dispetto al partner, per cambiare vita. Si può gestire l’infedeltà, viverla come antidepressivo per allontanare la vecchiaia o esserne travolti. E questo forse dipende da quanto l’attitudine all’inganno fa parte della nostra natura.

Quando siamo noi a tradire cerchiamo di giustificarci cercando il consenso degli altri, una scusa plausibile, come se esistessero modalità di tradimento più accettabili di altre. Passiamo da momenti di euforia, in cui ci sentiamo liberi di essere noi stessi, ad altri di sconforto, consumati dai sensi di colpa, dalla paura di venire scoperti, dall’angoscia di dover scegliere.

Quando siamo traditi siamo oppressi dalla rabbia, dallo stupore, ricostruiamo tutti i momenti vissuti con il partner alla ricerca di indizi che avremmo dovuto cogliere prima. Riceviamo un forte attacco all’autostima, la terribile sensazione di essere ingannati, la paura di essere sostituiti in modo definitivo.

L’esperienza dimostra che non sempre l’ingresso di altre persone nella storia della coppia si risolve nella distruzione della coppia stessa, a volte il tradimento riaccende una sessualità ormai sopita e riapre lo scambio e l’intimità. Tutto dipende da quanto siamo dominati dal mito della fedeltà e da come gestiamo la fase che va dal sospetto alla scoperta e, soprattutto, il The day after.

COME SCOPRIRE UN TRADIMENTO

Quando cominciamo a capire che qualcosa è cambiato, tendiamo a negare l’evidenza, attuando la tecnica dello struzzo (mettere la testa sotto la sabbia e andare avanti) con la volontà di non uscire dalla propria zona confort. Segue la fase investigativa, la raccolta degli indizi. Bisogna stare attenti a non cadere nel delirio della gelosia, anche perché l’altro comincerà a difendersi, deridendo le intuizioni, definendole paranoiche e anche noi, a volte, dubiteremo delle nostre preoccupazioni.

Certo potrebbe anche accadere di ricevere una confessione. In questo caso la fase dello struzzo diventa impossibile e l’unica cosa da capire e perché il nostro partner confessa. Potrebbe essere l’annuncio di un abbandono, in questo caso la decisione è stata già presa e, non resta che attendere un eventuale quanto raro ripensamento, rifacendosi nel frattempo una vita (naturalmente). Oppure potrebbe essere il desiderio di alleggerirsi la coscienza quando il traditore è alle prime armi e forse un po’ vigliacco, perché non regge da solo il peso dell’inganno e lo scarica su di voi in nome di una correttezza di cui, fino a ieri, non aveva memoria. O ancora potrebbe essere il tentativo di avere il vostro consenso ad una frequentazione saltuaria con la promessa di non lasciare il nido o ancora una richiesta di aiuto per contenere un amante invadente che minaccia di rivelare tutto. Insomma la confessione di onesto ha ben poco. Meglio, quindi, essere artefici della scoperta che subirla.

D’altra parte i segnali di tradimento sono abbastanza inequivocabili: per esempio  viaggia spesso per lavoro, non ci da mai indicazione dell’albergo in cui alloggerà (tanto c’è il telefonino che il più delle volte non prende), fa riunioni e cene di lavoro fino a tardi rispondendo in modo evasivo su chi vi partecipa, rifiuta di farsi accompagnare dicendo che i partners non sono ammessi e accusandoci di essere gelosi. In casa trova continuamente scuse per uscire all’improvviso, è sempre teso e nervoso, finché riesce ad uscire e torna improvvisamente sorridente e ben disposto con tutti. Tarda a raggiungerci dove ci troviamo e se facciamo una sorpresa lo troviamo sempre attaccato al cellulare, si alza e cambia stanza, se proponiamo di accompagnarlo nelle sue sconclusionate quanto irrinunciabili incombenze ci rifiuta con rabbia. Il sesso non è indicativo o meglio sono indicativi i cambiamenti nella vita sessuale, un’ improvvisa impennata o una ingiustificata caduta del desiderio sono altrettanto sospette. Il segnale più forte dei tradimenti è comunque il cellulare. Dotato di pin a voi sconosciuto e che non viene mai digitato in vostra presenza, non suona mai perché sempre in modalità silenzioso, se suona, perché la comunicazione avviene via messaggio, il traditore difficilmente resiste dopo un po’ ad andare a leggere e non riesce a contenere la mimica facciale di compiacimento o di preoccupazione. Il rapporto con il cellulare diventa morboso, non viene mai lasciato incustodito e viene tenuto capovolto per evitare che i messaggi siano visibili sul display.

Verba volant scripta manent, vi capiterà rovistando in macchina, nelle tasche, nelle agende di trovare ricevute di acquisti, ristoranti, alberghi  di cui non siete a conoscenza o, se siete particolarmente fortunati, bigliettini amorosi. Quando gli indizi si sommano e diventano certezza affidarsi ad un investigatore privato può essere una scelta giusta solo se avete intenzione di separarvi e siete voi il soggetto più forte economicamente, quello, per intenderci, che dovrà pagare gli alimenti. Diversamente meglio impiegare quei soldi in un bel viaggio o in un restyling estetico che ridona il buonumore. L’investigazione ufficiale è un punto di non ritorno per lo spiato che si sente violato e non perdona, per lo spione che vive in diretta il tradimento con una morbosità che gli impedirà un eventuale perdono. Quindi facciamo da soli e prepariamoci al confronto diretto.

COME SOPRAVVIVERE AD UN TRADIMENTO

La scoperta del tradimento se da un lato ci solleva, perché avevamo ragione, dall’altro fa esplodere la nostra rabbia. Ora il buonsenso suggerirebbe di dirlo a pochissime persone, perché questo faciliterebbe al nostro orgoglio un eventuale riavvicinamento, di parlarne solo con persone benevole nei confronti del nostro partner, perché questo farebbe sbollire la nostra rabbia, accelerando l’arrivo di una visione più lucida degli eventi, di non coinvolgere le famiglie di origine, perché potrebbero fare pressione sia in senso separativo che in senso riconciliativo, ostacolando le decisioni successive della coppia. In realtà, in queste situazioni, l’istinto è ciò che ci domina perché, se c’è un sentimento ,difficilmente l’appello alla ragione può funzionare.

Il caos, che il tradimento ha portato dentro di noi, non deve essere negato, ma essere trasformato in un caos scelto da noi. Per un po’ di tempo è necessario rispondere solo a noi stessi, rompere le abitudini evitare di mantenere i riti di coppia, la facciata di perbenismo che, ormai priva del sentimento di amore e di sicurezza, diventa una cornice vuota. Così rischiamo di romperci dentro. Basta sacrificare il nostro dolore ai dettami del senso del dovere, come se dovessimo reggere sulle nostre spalle il mondo intero, solo per non mostrare agli altri quello che, in fondo, consideriamo un nostro fallimento. Bisogna permettersi di mostrare anche fuori il proprio squilibrio. Entrare in conflitto con gli schemi precedenti consente di fare un reset e di poter incontrare, in un territorio finalmente destrutturato, nuove regole e soluzioni impensate. Fingere che niente sia accaduto, pensare che continuare ad essere perfetti ci renda in qualche modo indispensabili, significa condannarsi ad un doppio fallimento: verso la coppia, che se sopravviverà lo farà su basi che con l’amore non c’entrano nulla e verso noi stessi, perché finiremo con l’implodere, entrando magari in una fase depressiva.

Ancora più deleterio l’atteggiamento di chi non lascia trasparire all’esterno la crisi di coppia, impegnandosi in uno sforzo sovraumano di finzione e poi si ”consuma”, nelle mura domestiche, nella ricerca spasmodica della verità. Come se potesse esistere una verità che ci rappresenti interamente, come se l’altro potesse mai evitare di selezionare, censurare, correggere i pensieri.

Si rifiutano le menzogne difensive, non rendendosi conto di quanto le omissioni possano costituire l’estremo tentativo di salvare il rapporto. Se amiamo il nostro partner, se desideriamo ancora stare con lui l’unica verità che dobbiamo sapere è che, anche se l’illusione di essere amati per sempre è ormai perduta, il rischio di essere traditi fa parte dell’essere innamorati.

È bene che chi tradisce si sottragga agli estenuanti interrogatori di chi è tradito. Nessuna verità sarà mai sufficiente a colmare la sete di vendetta e ci si vedrà costretti a banalizzare, radiografare, selezionare momenti di uno spazio privato, finendo col tradire anche se stessi. Anche chi tradisce, infatti, si trova a dover affrontare la perdita di fiducia nella propria capacità di tener fede ai patti, lo sgomento di aver compiuto azioni che prima rimproverava ad altri, la consapevolezza di avere zone d’ombra e fragilità.

Persino i traditori seriali , o chi ha incontri a pagamento, rivela, in un’apparente consapevole leggerezza, il bisogno di contenere l’ansia o la disperazione, dimensioni che è meglio rimangano private.

D’altra parte il tradimento contiene in sé il seme della libertà. La vita psichica dell’uomo non è riducibile a impegni sociali e legali, la rottura dell’illusione di possedere l’altro può essere positiva e, paradossalmente, indicarci i confini  da rispettare per costruire una relazione sana.

Esistono coppie simbiotiche che fanno della condivisione e della trasparenza la loro forza, condannandosi però ad una fine prematura al primo comparire della delusione, altre complementari, dove i, compiti vengono divisi in modo funzionale, ma in cui si crea, spesso, una distanza emotiva e a volte una rigidità di ruoli con cui si impedisce la crescita dell’altro e il cambiamento diventa, quindi, una necessità. Su tutte lo spettro del modello familiare, assimilato prima che la coppia si costituisse.

Ci sono momenti in cui è più facile tradire e incredibilmente sono quelli in cui la coppia richiede maggiore impegno e vicinanza. La nascita di un figlio, la malattia, la perdita del lavoro. La responsabilità genera un bisogno di fuga e regressione che trova nel tradimento una facile realizzazione. Per alcuni diventa un’oasi, un rifugio dagli affanni che integra e sostiene il rapporto principale. E’ la soluzione adottata da molti, spesso ritenuta più morale perché non intacca l’istituzione della famiglia. È il segreto familiare, la storia più importante che non compare nella biografia delle persone. Per altri un episodio che, però, rompe tutti gli argini e porta ad un cambiamento radicale. Sicuramente la vita è fatta di incontri ma ancora di più di momenti. Può capitarci di incontrare l’irresistibile ma, se qualcosa dentro di noi non è pronto ad accoglierlo non accadrà nulla. Per tradire dobbiamo trovarci in un momento di cambiamento personale, non necessariamente in una crisi, anche più semplicemente in una fase di adattamento a qualcosa di nuovo, un figlio, un lavoro, un luogo, un’età. Un momento in cui abbiamo bisogno di un rinforzo narcisistico, un apprezzamento, una rassicurazione.

A volte l’insoddisfazione è così forte che prendiamo il primo treno che passa. Non sempre l’amante è “migliore” del partner abituale, dovremmo tenerlo presente quando la nostra autostima viene distrutta dalla scoperta del tradimento.

 Se riuscissimo a vedere il tradimento come un momento della crescita personale della persona, se riuscissimo a non vivere l’intruso come soggetto di fascinazione ma ci concentrassimo di più sulla relazione di coppia, forse sarebbe più facile sopravvivere alla tempesta emotiva che ci assale. C’è chi, in una logica del tutto o niente, arriva alla separazione per poi elaborare a posteriori la gelosia, la perdita delle certezze e del legame emotivo e sociale che la coppia stabile rappresenta. Chi invece, pur di non perdere la propria routine rassicurante, continua la vita come se niente fosse, rifugiandosi in situazioni di compromesso che condannano spesso ad una non vita, alla rinuncia alla sessualità o ad una condivisione che non sia di facciata.

Non si può superare un tradimento se non mediante un cambiamento. La vita precedente non può essere ricreata perché l’unica certezza è che, dopo, non saremo più le stesse persone. Forse potrà iniziare un percorso nuovo che magari vale la pena di provare a vivere, la nostra dignità non è intaccata né dall’andarsene né dal restare. L’importante che resti forte il collegamento con i nostri bisogni più profondi, che ci si senta protagonisti e non vittime della propria storia, che si investano le proprie energie,non nel recriminare ma nell’immaginare nuovi scenari, ritrovando una comunicazione emotiva, legata al sentire e non semplicemente funzionale, subordinata ai doveri e alla quotidianità.

Il rapporto di coppia non può trarre linfa solo dal suo passato. Bisogna prendersene cura nel presente. Questo dobbiamo imparare dal tradimento per dare un senso a quella sofferenza sia che ci si lasci, sia che si decida di restare insieme.